domenica 20 aprile 2014

Clavicembalo fiammingo 26 - la tavola armonica - 4

La tavola armonica è ormai quasi del tutto assottigliata seguendo le linee di spessore di cui ho parlato nel precedente post. Ho assottigliato anche il rivestimento del somiere, che non ha funzione fonica ma solo estetica e per questo motivo si lascia molto sottile e di spessore uniforme. La ragione del ridotto spessore di questo rivestimento sta nel fatto che nel somiere vanno conficcate le caviglie: la dura quercia del somiere le tiene benissimo, ma il tenero abete non farebbe altrettanto: tenendolo più sottile la quantità di abete che tiene la caviglia è irrilevante, e si lascia fare tutto il lavoro di tenuta delle caviglie alla quercia del somiere. Il mio rivestimento ha spessore di circa mm 2,0 - 2,5.

I piallacci che risultano da questa lunga e faticosa seduta di pialla non si buttano. Li ho raccolti perché torneranno utili alla fine, per fare la finitura della superficie a vista della tavola armonica: sfregati con forza sulla superficie già piallata, schiaccia tutti i peli del legno e dà alla tavola una bella lucentezza. Anche al tatto la tavola risulta così più liscia e gradevole.


Noterete che nel frattempo ho anche realizzato e montato il controsomiere. Contrariamente a quanto scrivevo in un precedente post, e alla pratica di Ruckers, ho deciso di incollarlo. Ruckers incollava il controsomiere alla sola tavola armonica, ed era invece conficcato ma non incollato negli appositi scassi praticati nelle controfasce. Questa pratica forse aveva un obbiettivo tonale, o forse solo di comodità costruttiva. Ma Ruckers aveva un solo registro da 8', io ne ho due e la tensione sulle controfasce è esattamente doppia: preferisco maggior sicurezza rispetto alla tenuta dello strumento sotto il peso delle corde.
A questo punto la tavola armonica è completa di tutti i suoi appoggi: sul davanti il controsomiere, sugli altri lati le controfasce o liner. Le prossime operazioni ci porteranno nel cuore del sistema fonico e meccanico del clavicembalo, con la determinazione esatta della posizione dei ponticelli e delle singole corde. Solo dopo averne determinato la posizione, segnandola sulla tavola armonica, procederò con la realizzazione vera e propria.



I piallacci di abete raccolti.



Si tagliano e piallano tre lati del rivestimento del somiere, in modo che combacino perfettamente con tavola frontale, fianchetto e fascia dorsale. Notate che non c'è ancora il controsomiere.



Poi si taglia a  misura il quarto lato, quello che dà sulla fossa dei registri, in modo che sporga di un paio di millimetri.



Il controsomiere montato. Ci sono anche due registri (non di questo strumento) per mostrare la posizione definitiva. Il somiere non è ancora rivestito e la quercia è ancora a nudo.



Qui finalmente si incolla il rivestimento. Avrei fatto meglio a montare il controsomiere dopo questa operazione, perché dopo il montaggio del controsomiere lo spazio si restringe molto e i morsetti entrano a fatica. Se qualche punto non viene incollato bene e restano dei punti di distacco, niente paura: con la colla sintetica non sarebbe possibile, ma con quella animale è facile: si riscalda il pezzo e si cola dentro il vuoto altra colla calda. Si aspettano dieci secondi in modo che il calore ammorbidisca lance la vecchia colla e si rimettono i morsetti. Il giunto così ottenuto è più forte che se fosse venuto bene la prima volta.



Qui il rivestimento è definitivamente incollato. Alcuni punti di distacco sono stati corretti e la colla in eccesso è stata pulita.



Poiché la tavola armonica è ormai perfettamente a misura e perfino assottigliata, è il momento di praticare il foro che ospiterà la rosetta. La rosetta, di stagno, non l'ho fatta io ma l'ho comprata, aggiungendo solo le mie iniziali. La doratura è mia, e risale al lontano 1999. Fu il primo esperimento di doratura e venne abbastanza bene. Il secondo esperimento venne molto meno bene e il terzo invece venne benissimo, ma su una rosetta che mi è sembrata troppo grande per questo strumento. Forse però mi sbaglio; se cambio idea allargherò il foro. Per il foro si usa una specie di compasso che al posto della punta di matita abbia una lama; si può facilmente autocostruirselo, io però posseggo il compasso in foto che comprai anni fa da Marc Vogel. La rosetta è posta in un anello di legno tornito in modo da avere un alloggiamento per la rosetta stessa (si vede meglio nella prossima foto). Non era così che gli antichi montavano le rosette: usavano piuttosto teli intrisi di colla, o fascette di pergamena, o anche assicelle di legno. Ma così è molto più comodo e rapido.




Il foro ormai praticato. Ho messo la rosetta sotto la tavola armonica, senza l'anello di legno, nella sua posizione definitiva.



Mentre attendevo che la colla con cui ho incollato il rivestimento del somiere si seccasse, ho iniziato a fare la barra di fermo dei salterelli. È una cosa semplice che si presta a essere fatta nei tempi morti.




La barra di fermo dei salterelli avrà le stesse modanature della cassa, e ho appunto iniziato a farle.
Prima ho scritto che la barra di fermo è semplice da farsi, ed è vero. Però è necessario decidere prima se si vuole fare una barra di fermo come facevano i francesi, cioè con le modanature che si uniscono a ugnatura con le analoghe modanature della cassa; oppure una barra di fermo come facevano i Ruckers, cioè la superficie della barra di fermo leggermente più bassa delle fasce, e con le modanature che non hanno giunti con le modanature delle fasce. Il sistema francese è più raffinato esteticamente, ma alla fine ho deciso per il sistema Ruckers. In un prossimo post vi mostrerò come è costruita la barra di fermo.




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