giovedì 18 marzo 2010

Progetto Ruckers, guide e registri

E ora i registri e le guide dei salterelli.
Le guide sono fatte con un sandwich, dal basso in alto, di pergamena, legno e pelle. Il legno è molto sottile, per cui la pergamena serve per rinforzarlo visto che quando poi si buca il legno di testa sarebbe troppo debole e potrebbe saltare. La pelle sopra serve invece per ottenere uno scorrimento silenzioso dei salterelli. Il salterello nella sua corsa non tocca né legno né pergamena, i quali servono solo a sostenere rigidamente la pelle, ma solo quest'ultima.

Fare la guida concettualmente è semplice, poi per la verità sto incontrando qualche difficoltà nell'esecuzione.
In pratica si segnano i lati delle mortase attraverso cui il salterello scorre, poi con pochi colpi di scalpello si buca e infine si elimina il tassello di legno risultante all'interno. Dopodiché si rovescia la guida e con un coltello si allargano i fori così fatti, ma solo sul lato inferiore senza toccare la pelle, in modo che il salterello non possa toccare legno e pergamena ma solo la pelle. la difficoltà sta nel fare i tagli con sufficiente pulizia.

Più facili i registri. Segnati anche su di essi i lati lunghi delle mortase attraverso cui i salterelli scorreranno, si praticano lungo questi segni  dei tagli angolati, perché anche i registri si aprono verso il basso in modo che il salterello sia tenuto solo da un piccolo spigolo di legno. Una volta finiti e puliti con scalpello e lime, si chiudono i lati restati aperti con una striscia di legno.

Le guide con i primi fori. Davanti ad esse le due barre da cui saranno ricavati i registri. Queste ultime sono già segnate.

I tagli angolati. Ho tagliato i due registri insieme affinché l'allineamento risulti perfetto. Poi ho avuto un incidente con il secondo di essi e l'ho dovuto rifare segnandolo prima secondo i tagli già fatti sul primo registro.



Fasi di lavoro sui registri

Progetto Ruckers, la tastiera

Come prima cosa ho incollato le tavolette che formeranno la tastiera e quelle che formeranno la tavola armonica.
Sulla tavola che formerà la tastiera ho poi disegnato le linee che serviranno da guida per separare i vari tasti.
Poi ho fissato la barra di pioppo che servirà da guida dei tasti alla coda della tastiera, segnando contemporaneamente coda del tasto e futura guida. In questo modo quando saranno infisse le punte di guida del tasto, esse saranno allineate alle fessure della guida.

La guida è più semplice da farsi di quanto non appaia. Le fessure hanno sezione triangolare, il che sembra difficile, ma in realtà basta fare prima di tutto un piccolo taglio sulla linea tracciata per segnare, in modo da avere un appoggio per la sega.

Poi con la sega si fanno due tagli obliqui. L'angolo si stabilisce ad occhio, non è necessaria una precisione superiore. Il legno che rimane tra i due tagli si fa saltare con un colpo di scalpello, il resto si pulisce sempre con lo scalpello e con qualche colpo di lima.
Il telaio è abbastanza semplice da montare. Al momento i due elementi laterali sono ancora un po' troppo lunghi e la barra di bilanciamento non ha ancora la sua forma definitiva, che sarà data con la pialla.


Bonza

Tra i miei strumenti finora avevo solo accennato a questo cembalino d'acero, che tengo nella mia casa di Roma.
Lo ha costruito, nel 2004-2005, Augusto Bonza, costruttore tra i massimi italiani e persona di una disponibilità rara. Gli debbo molto delle cose che so sui clavicembali e la loro storia.
Questo cembalino è incordato in ottone, ma - non so se con ulteriori varianti - può essere incordato anche in budello.
Il cembalino è copia, anche nella decorazione, di due cembalini cinquecenteschi, uno conservato al Museo degli strumenti Musicali al Castello Sforzesco a Milano, e uno appartenente a una collezione privata. Ho trovato che anche il cembalino d'acero RCM 175 del Royal College of music ha una decorazione molto simile. Ulteriori informazioni sono sul sito di Augusto Bonza www.augustobonza.it.
Qualche foto, di scarsa qualità e me ne scuso. Ne farò di migliori prossimamente.






giovedì 11 marzo 2010

Ruckers, riflessioni preliminari 2

Ho già iniziato, e prima di iniziare ho messo da parte tutte le bottiglie di colla sintetica. Ho usato finora e userò solo colla animale a caldo.
I motivi sono di ordine pratico, perché la colla a caldo è reversibile e i pezzi possono essere scollati per riparazioni, per aggiustamenti, per rimediare a errori.
Ma soprattutto c'è un motivo di ordine strutturale. La miglior colla sintetica è la cosiddetta colla gialla (Titebond o Elmer's Glue), una colla alifatica (quelle viniliche non sono adatte per nulla, lo strumento collasserebbe). Ebbene, perfino per queste colle le specifiche dei produttori ne sconsigliano l'uso per applicazioni strutturali continuative: esattamente la condizione di un clavicembalo che è sottoposto alla tensione continua delle corde. Inoltre, queste colle sono note per un fenomeno che si chiama "cold creep": in pratica i due pezzi incollati scivolano lievemente l'uno rispetto all'altro senza che il giunto ceda. Si capisce bene l'effetto che un fenomeno del genere può avere non solo sulla tenuta della struttura ma sulla stabilità di accordatura.
Di converso, la colla animale "vetrifica", cristallizza e rimane perfettamente stabile anche dopo secoli. C'è inoltre chi attribuisce alla colla animale anche migliori proprietà di trasmissione del suono (probabile, vista la migliore vetrificazione): potrebbe essere vero, magari non nella cassa, ma nei giunti tra le varie tavolette che compongono la tavola armonica e nei giunti tra ponticelli e tavola armonica. Tuttavia l'effetto, se c'è, è probabilmente troppo debole per fare una vera differenza, vista la complessità delle tante parti in gioco.
Infine, la colla animale non è affatto difficile da usare, una volta che si sia fatta l'abitudine. Anzi, può addirittura essere più semplice rispetto alla colla sintetica perché per i pezzi più piccoli non c'è bisogno di morsetti: i due pezzi si tengono stretti l'uno all'altro per un paio di minuti e si può continuare a lavorare, mentre con le colle sintetiche bisogna morsettare necessariamente perché ci vuole almeno un'ora prima che la colla prenda. Per i pezzi più grandi invece è effettivamente un po' più complesso perché mentre si spennella la colla da un lato la colla sull'altro lato si è raffreddata e non prende più.

Dal prossimo post comincio a mettere qualche foto.