domenica 11 gennaio 2009

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Un salterello, lato posteriore. La molletta era tradizionalmente fatta con una corda d'ottone martellata per appiattirla, donde l'irregolartà dei margini. L'ho fatta nello stesso modo.



Un salterello, lato anteriore.


Estremità sinistra della barra di fermo dei salterelli. Sulla sinistra si vede bene la cornice di colmo.




Dettaglio delle cornici della tavola frontale.



Dettaglio della cornice superiore esterna e della cornice di colmo con il filetto d'ebano.



Dettaglio della tastiera.

9 commenti:

Mario ha detto...

Hello Sr. Domenico Statuto. I Live in Brazil and I like so much to know about construction of early instruments and in a few time ago I have begun to build my projects.

I could ask you a little thing?

In the salterelli, how you keep the brass spring, firm in position?

I post photos of my progress in the instruments on the website: www.picasaweb.google.com/fardoseoficios

I don't know speak Italian, therefore I use the English. I'm sorry if you don't like it.

Sincerely, Mario Pereira.

Amateur harpsichord maker ha detto...

Hi, Mario,
thanks a lot for your visit to my blog.

I use a piece of string wire, the same I use for stringing the harpsichord, to make the brass spring. The piece of string is flattened on one end for, say, 4-5 cm (about 2 inches). Then I put the round end (i.e. the one not flattened) in the spring hole in the jack, through the jack itself, until it comes out at the other end of the hole. I then pull the string until the flattened end get jammed in the hole. Will stay there for centuries.

If you want to, give me you email address, I can send you a picture or drawing to make this clearer.

Regards,
Domenico

Mario ha detto...

Hello, Domenico,

Thanks for the answer, if you could, I really would appreciate that you send me a picture or drawing.

My e-mail address is mariospring@bol.com.br

Your blog is very inspiring. Soon (or not too soon) I will make my own virginal, and a blog like yours, only motivates me more.

Thank you,
Mario Pereira.

Amateur harpsichord maker ha detto...

Mario, I sent you an email with pictures and a better explanation.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Salve, è da poco tempo che mi interesso alla meccanica dei clavicembali e navigando sulla rete ho trovato questo meraviglioso blog.
Volevo chiederle una spiegazione sul funzionamento del salterello.
Benchè io abbia capito il funzionamento di massima di questo componente non riesco a comprendere nel dettaglio come la molla sia in grado di manterere la penna perpendicolare alla corda in fase di salita del salterello e come permetta alla penna di "ruotare" in fase di discesa.

Mi scuso fin da ora per le mie inesattezze e la ringrazio
Ludovico Stramigioli

Amateur harpsichord maker ha detto...

Grazie mille per la visita.
Ricordo di aver visto una volta su Youtube un video abbastanza chiaro, ma purtroppo non lo ritrovo, quindi provo a spiegarlo a parole.

Nella fase ascendente, la linguetta (cioè la parte mobile del salterello, entro cui è conficcata la penna) resta perfettamente verticale, e quindi la penna resta perpendicolare alla corda, non per effetto della molletta, che è molto debole, ma per effetto della geometria del salterello.
Cioè, quando la penna ingaggia la corda, tende a far ruotare la linguetta con la sua estremità superiore verso la corda stessa, e la sua estremità inferiore verso il retro del salterello (cioè il lato dove sta la molletta). Questo però non è possibile, perché il piede della linguetta, di forma obliqua, batte contro la scanalatura praticata nel fusto del salterello, di forma obliqua anch'essa. Perciò la linguetta è costretta a star ferma.

La molletta entra in gioco nella fase discendente del salterello. La penna tocca nuovamente la corda, stavolta dall'alto verso il basso. Quindi la linguetta subisce una forza che la fa ruotare in senso inverso rispetto a prima, quindi la sommità verso il retro del salterello, e il piede verso la corda. Stavolta è possibile, perché nulla impedisce questo movimento, e siccome la sommità della linguetta, e con essa la penna, si allontanano dalla corda per effetto della rotazione, il salterello non si appende alla corda stessa. In questa fase la molletta è troppo debole per impedire il passaggio della penna sotto la corda.

Una volta che il salterello sia tornato in posizione e la penna sia ormai di nuovo sotto la corda, la linguetta è libera di muoversi, quindi la piccolissima forza applicata dalla molletta la riporta in posizione.

La molletta tocca la linguetta al di sopra della punta di bilanciamento.

Mi scriva se non è chiaro, cercherò di fare un disegno o una foto.

Un saluto.
Domenico Statuto

Unknown ha detto...

La ringrazio infinitamente per la sua esauriente spiegazione. Approfitto ancora della sua pazienza e competenza...
Come si determina la resistenza della molla? Di che materiale è solitamente fatta? Quanto sporge la linguetta rispetto alla corda ?

Amateur harpsichord maker ha detto...

La molletta deve semplicemente mantenere la linguetta, che è leggerissima, in posizione: ci si prende un po' di margine di sicurezza, ma basta che sia appena sufficiente a tenere la linguetta al suo posto. Se si eccede con la durezza della molla, il salterello rischia di non scendere sotto la corda e rimanere appeso.
In genere si prova soffiando sulla linguetta con la forza che utilizzeremmo per far sventolare la fiamma di una candelina da compleanno, senza però farla spegnere.
Se soffiando così notiamo un leggero movimento della linguetta, la durezza è giusta.

Il materiale storico era di solito la setola di maiale. Oggi si usa ancora, ma si usa anche in sostituzione un filo di nylon (meglio la setola, però). In alcuni modelli di salterelli italiani si usa una sottile lamina di ottone (generalmente una corda per clavicembalo di diametro 0,33 o 0,36, martellata fino ad appiattirla).

Forse intende quanto sporge la penna (non la linguetta) dalla corda? non si può fare una regola generale, dipende dal tocco voluto. In genere sporge di circa il diametro della corda stessa, ma nelle corde più grosse (ai gravi) sporge di circa metà diametro. Ma ripeto, non è qualcosa che si calcola ma deriva dal processo di "intonazione", cioè la regolazione finale che rende omogenei lungo tutta la tastiera il tocco e il suono.

Se vuole possiamo continuare la conversazione più comodamente via email, se mi dà un suo indirizzo (il mio è harpsichordmaker@gmail.com).