martedì 14 dicembre 2010

Francese Zuckermann - 1

Dieci o dodici anni fa comprai un clavicembalo francese in kit, da Zuckermann. In realtà le parti furono prodotte da The Paris Workshop, all'epoca associato europeo di Zuckermann e poi separatosi. L'atelier francese, che io andai anche a visitare nel 1998, produce ottimi clavicembali e utilizza materiali di prima qualità, come la tavola armonica di abete rosso europeo invece che abete di Sitka come fa Zuckermann. Il patron di The Paris Workshop è Marc Ducornet, che produce anche ottimi clavicembali non in kit.

Assemblata la cassa, lo strumento restò a languire in cantina, due volte allagata negli scorsi dieci anni. Ora l'ho riesumato per finirlo: ho già rinforzato i giunti con i chiodi o spine di legno, e cominciato a fare i salterelli in legno (all'epoca, su suggerimento di Ferdinando Granziera, agente italiano di Zuckermann, scelsi l'opzione salterelli in plastica appunto per poterli poi fare io in legno), rifatto alcune parti rovinate.
Nonostante l'esposizione a due allagamenti, la cassa è rimasta quasi intatta: ha evidenti segni di umidità sul fianco lungo, ma solo superficiali, che vanno via con due colpi di pialla. E ha un principio di scollamento della parte inferiore del giunto di coda, tra il fianco lungo e il fianco di coda.
E' sparita la ribaltina, cioè la parte anteriore, ribaltabile, del coperchio, che quindi dovrò rifare; ed è sparito un pezzo del telaio della tastiera superiore. Inoltre era completamente da rifare il ponticello da 8' sulla tavola armonica, irreparabilmente deformato dall'acqua. Siccome ho spezzato il ponticello da 4', ho dovuto rifare anche quello.



 Qui sopra, la tavoletta di agrifoglio che userò per fare le linguette dei salterelli. Si rastremano i due lati per dare il profilo finale delle linguette; poi si segna con un graffietto a distanza fissa dal bordo: costituirà il punto in cui forare per la linguetta.


 Il profilo che avranno le linguette una volta finite.


 Si segna la larghezza che dovrà avere la linguetta; poi si intaglia l'alloggiamento della molletta con la sgorbia che vedete sopra. Infine si realizza il foro della linguetta con un punzone dalla punta a forma rettangolare.


La linguetta finita, pronta per essere separata dalla tavoletta. Una volta separata si ripete tutto il processo. Ho fatto 220 linguette, per i 189 salterelli che andranno nei tre registri da 63 note ciascuno.


 Al centro, uno dei salterelli in plastica forniti da Zuckermann. A sinistra, un prototipo fatto con una linguetta appena realizzata e un fusto di noce. A destra, il corpo di uno dei salterelli finali, in pero.


 Il retro del prototipo di salterello. Non è venuto bene, perché la parte alta dietro (in foto) e la parte bassa del davanti della linguetta sporgono dal corpo del salterello. Questo vuol dire che dovrò nuovamente provare per trovare una giusta altezza dell'asse di bilanciamento della linguetta. A sinistra nella foto si vede uno dei registri (non fatto da me, è di Zuckermann).

La parte inferiore del ponticello da 8', disegnata su una tavola di faggio e tagliata.


Avendo spezzato l'ultima lama della mia sega a nastro e non essendo ancora riuscito a trovare il ricambio, ho segato il ponticello col seghetto alternativo. Ci vuole più tempo, ma è quasi meglio quando si deve tagliare, come nel nostro caso, un lato obliquo. 


La rifinitura del ponticello avviene con la vastringa (spokeshave). Nella foto vedete anche un pialletto ad angolo basso (block plane).


Una go-bar deck che mi sono costruito per l'occasione. Serve per incollare in modo rapido pezzi che non possono essere raggiunti dai normali morsetti, o nei casi in cui l'uso dei normali morsetti farebbero perdere troppo tempo causando la gelificazione della colla animale. L'uso è intuitivo: assicelle di legno incastrate tra il pezzo da incollare e il cielino esercitano la necessaria pressione sul pezzo. Quando la colla è asciutta si tolgono.

giovedì 9 dicembre 2010

giovedì 2 dicembre 2010

Enrico Baiano e Domenico Scarlatti

AGGIORNAMENTO 13 AGOSTO 2013
Le registrazioni discografiche che avevo segnalato in questo post sono sparite da Youtube e quindi non sono più raggiungibili nemmeno da qui. Va bene: era illegale tenerle là, non c'è dubbio, e quindi non sorprende che il proprietario del canale le abbia rimosse su richiesta della casa discografica.
Però possiamo chiedere, cara casa discografica, di rimettere in commercio i due dischi? così magari ce li compriamo.
FINE AGGIORNAMENTO

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Non pretendo di conoscere tutte le registrazioni scarlattiane. Però molte sì, e nessuna mi appare più interessante, eccitante, intelligente, di quelle che ci ha dato Enrico Baiano in due dischi editi da Symphonia nel 2008.
Non ne faccio una recensione: non è il mio mestiere. Vi faccio solo una segnalazione sulla mia preferita, la K113 che chiude il secondo disco. Nonostante uno stacco di tempo molto veloce, l'esecuzione è lontanissima dalla generica brillantezza che affligge le esecuzioni scarlattiane: è un continuo susseguirsi di tensioni e distensioni (sentite ad esempio da 2'15" a 2'30") che trasforma la sonata da banale - anche se complicatissimo tecnicamente - banco di prova virtuosistico a espressione drammatica. E di drammatico in questi dischi c'è molto: ascoltate ad esempio la meravigliosa K115, che non ho trovato su youtube e quindi non posso mettere qui.

K113


K24


K3


K126



Il primo dei due dischi è suonato su un clavicembalo di Ugo Casiglia copia da Joachim Antunes (portoghese, dunque, sostanzialmente di tradizione italiana) del 1785. Potete sentirlo nella K126.

Il secondo disco è suonato su un clavicembalo di Olivier Fadini copia da Francois-Etienne Blanchet del 1733 (ovviamente francese). Potete sentirlo nelle K113, K24 e K3.

Entrambi gli strumenti hanno una risonanza opulenta, in linea con l'impostazione esecutiva, che certo non può definirsi minimalista.

Non ho chiesto autorizzazioni per mettere qui i video, che ho trovato su YouTube. Se ho violato diritti prego gli interessati di comunicarmelo e rimuoverò immediatamente il post.


AGGIORNAMENTO
Mi sbagliavo sulla K115: fortunatamente anch'essa è su Youtube, perciò posso metterla qua. Riascoltata per l'occasione, toglie il primo posto alla K113 tra le esecuzioni di Baiano (naturalmente nella mia personale classifica). Fatemi sapere che cosa ne pensate voi.

Fa parte del secondo disco, quindi anch'essa è suonata sul Blanchet di Fadini.

K115