lunedì 8 aprile 2013

Clavicembalo fiammingo 8

Ho incollato tutte le lastrine d'ebano. Sono ancora troppo larghe, regolerò la larghezza precisamente quando avrò a disposizione la rastrelliera. Con la rastrelliera infatti i tasti cadranno nella loro corretta posizione e sarà facile effettuare regolazioni fini della larghezza. Le lastrine sono anche tutte leggermente troppo lunghe: le accorcerò limandole una volta che la rastrelliera sia al suo posto e quindi i tasti avranno assunto l'esatta posizione definitiva.


Poi ho piallato l'ebano portandolo a spessore giusto sul davanti del tasto (la parte che si vede) e assottigliandolo il più possibile verso la coda, per diminuirne il peso.


Ho comprato l'ebano da Marc Vogel, scoprendo che non è perfettamente e uniformemente nero. In precedenza avevo comprato da Dick in Germania dell'ebano di eccezionale qualità: uniforme con solo lievissime gradazioni di colore che si notavano solo con difficoltà e controluce. Ma Dick non ha gli spessori che servono per i tasti diatonici, così l'ho comprato da Vogel.
Ma ne sono stato contento: l'ebano perfettamente nero va bene per filetti o elementi decorativi, ma i tasti diatonici completamente neri sembrano di plastica dopo che siano stati perfettamente lucidati. Qualche venatura qua e là non solo dà l'idea del legno, ma aiuta l'esecutore dandogli degli impercettibili punti di riferimento visivi. Infatti spero che il mio amico preferisca tenere la tastiera così com'è, che trovo più bella. Se viceversa dovesse preferire un nero più uniforme, utilizzerò del mordente per abbassare ulteriormente i contrasti di colore. Mai però spingendomi al punto di dare l'impressione di tasti in plastica.

Dopo piallato ho motivo per essere un po' orgoglioso del lavoro. Le giunzioni tra lastrina anteriore e lastrina posteriore sono infatti invisibili in condizioni di luce normale, si vedono leggermente in foto perché enfatizzate dal flash e ingrandite, ma non c'è nemmeno un capello d'aria:



Intanto ho finito di segare i tagli obliqui nella rastrelliera guidatasti, ne ho pulito l'interno (scalpello, lime, seghetto), e ora sto allargando le fessure dove entrano le punte di guida, per renderle di larghezza tale che la punta entra ma non scorre liberamente. Quando tutto sarà montato pochi colpi di lima sulle punte le assottiglieranno quel tanto che basta per farle scorrere ma senza avere troppo spazio.

La lima che vedete in foto mostra dove sono arrivato, è chiara la differenza in larghezza tra le fessure a sinistra e quelle a destra della lima:

La distanza tra le fessure è un po' irregolare. Questo mi dispiace perché avrei preferito fare un lavoro più pulito: colpa della fretta. Tuttavia l'irregolarità della spaziatura è del tutto irrilevante: la posizione della punta nella coda del tasto fu segnata contemporaneamente alla posizione della corrispondente fessura di guida nella rastrelliera. Questo comporta che la punta si troverà esattamente in corrispondenza della fessura e quindi tutto funzionerà bene sia dal punto di vista meccanico che dal punto di vista estetico. Il post in cui ho mostrato la segnatura è questo.
La tecnica di segnare due pezzi contemporaneamente in modo che eventuali irregolarità di posizione non comportino problemi è frequente nella costruzione di clavicembali. Ad esempio, i fori per le punte di bilanciamento si praticano contemporaneamente sia nei tasti che nella sottostante barra di bilanciamento, in modo che le irregolarità nella posizione del foro non comportino lo spostamento del tasto. Lo mostro in questo post.
Quando sarà il momento dei salterelli vedrete che una cosa simile si fa anche quando si fora per la punta di bilanciamento della linguetta: si mette la linguetta in posizione e si fora il fusto del salterello e la linguetta in un colpo solo. Anche se il foro non è esattamente dove dovrebbe stare, la linguetta starà al suo posto esatto e il salterello funzionerà perfettamente.
Questi non sono banali mezzucci per scusare o nascondere una lavorazione imperfetta o imprecisa: John Barnes, in Making a spinet by traditional methods (lettura che consiglio a tutti senza riserve: è un piccolo libriccino molto denso potete trovarlo da Marc Vogel) definisce le tecniche che ho sommariamente descritto qui come "un sistema per arrivare a un risultato preciso usando mezzi imprecisi".

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