martedì 13 luglio 2010

Ruckers - Augusto Bonza - 2

Il cembalo è simile a quello che avevo cominciato: una tastiera, estensione dal DO1 al re5 per 51 note (ottava bassa cromatica).

In questo e nei post successivi parlerò in prima persona plurale. E' ovvio tuttavia che molto difforme è il contributo tra me ed Augusto.

Dal momento che lo strumento ha anche una finalità "didattica" per me, abbiamo deciso di non "tagliare gli angoli": niente scorciatoie, niente lavorazioni fatte nel modo più semplice "perché tanto è lo stesso". Per ogni lavorazione ci domandiamo quale fosse la sequenza adottata dai Ruckers, e seguiamo la stessa sequenza. A volte non è chiaro, e a volte non contribuiscono gli studi tecnici sull'argomento, primo tra tutti la monografia di Grant O' Brien, Ruckers. A Harpsichord and Virginal Building Tradition, Cambridge University Press, 1990 (l'edizione rilegata si trova solo nei remainders, ne è stata pubblicata una in paperback nel 2008, si può acquistare sul sito di Grant O' Brien, qui, oppure su Amazon, qui). In questi casi facciamo delle prove, avanziamo ipotesi, e finora è sempre stata trovata una strada che appare subito la più logica.
Talvolta però nonostante gli sforzi non si riesce a capire il motivo di un certo dettaglio sugli strumenti originali, per esempio la caratteristica bisellatura sulla parte inferiore delle controfasce, che non risponde né a esigenze strutturali né estetiche (perché rimane chiusa all'interno dello strumento) né di lavorazione. In questi casi decidiamo di volta in volta ma solitamente riproduciamo quel dettaglio.
Non si tratta naturalmente di cieca copia, perché tutto viene discusso e ripensato.
Nei prossimi post qualche fotografia.

Nessun commento: